22 Dicembre

Ho scritto tante volte che mi manchi. Sono passati 14 anni da quando hai chiuso quegli splendidi occhi verdi, ma è come se io li rivedessi sempre.

Mi piace pensare che tu stai guardando tutti gli errori della mia vita e mi piace pensare che tu stia scuotendo la testa e sorridendo allo stesso tempo.

Lo so, è da sentimentali contare gli anni e piangersi addosso. Lo so.

Ma sono stata io quella che ha dovuto dire all’anestesista di smettere di rianimarti.

Ho preso io quella decisione, insieme alla tua ragazza. Eravamo da sole. I nostri genitori non c’erano. Erano nelle loro case a dormire. Non ho mai compreso questa cosa. Se io fossi stata tua madre e non tua sorella, avrei piantato le tende in ospedale. Ma ho imparato che ciascuno di noi reagisce come crede.

Non ti prepara nessuno alla morte. Sopratutto una morte come la tua.

Non ti prepara nessuno ad affrontare quel dolore che ti dilania l’anima e che ti fa contorcere lo stomaco.

Non ti prepara nessuno ad affrontare la sofferenza che provi e che proverai.

A nessun fratello/sorella di 25 anni dovrebbe toccare la famosa chiamata alle 3 del mattino per dire ai propri genitori che il proprio figlio sta per lasciarci. A nessun fratello/sorella dovrebbe toccare di richiamare la seconda volta per dire “è morto”..

Non ti perdonerò mai, mi cara madre, di aver abbandonato me e mio fratello per la seconda volta.

Non ti perdonerò mai per avermi fatto scegliere e per non sapere neanche cosa io provassi in quel momento.

Quella notte, come le precedenti, mi è crollato il mondo addosso con talmente tanta forza che mi si è spezzato il cuore.

E dopo tutti questi anni, quel cuore spezzato lo sto incollando pezzetto dopo pezzetto. Ma non è facile e mai lo sarà.