Sono scesa dal letto, questa mattina alle 5,30, avevo voglia di bere un bicchiere di acqua. Faceva freddo, di quello che ti penetra nelle ossa e che ti fa inturgidire i capezzoli.
Eccoli che spuntano fieri da sotto la maglietta estiva. Eccoli, se Tu fossi li a coglierli ed a stringerli, sarebbero già pronti per Te.
Mi rimetto a letto, pensando alle Tue mani.
Metto una mano sul seno, sfiori quei capezzoli così duri e li stringo tra le dita. Occhi chiusi. Un brivido lungo la schiena e non è il freddo.
L’altra mano sopra lo slip, a cercarne l’elastico. Sfilo via tutto.
Sono umida, lo sento subito.
Che strano effetto che mi fa pensarTi dopo tutti questi anni.
Non ho il permesso di masturbarmi, lo so. Non te l’ho neanche chiesto. Ma in questo momento non importa.
La mia mano scende verso il basso, lo sento. Sono bagnata.
Mi tocco, mi masturbo, lentamente, pensando alle Tue mani, pensando al mio voler essere in ginocchio di fronte a Te, pensando a quella porta che voglio superare con Te.
Godo, dopo pochissimi minuti. In silenzio. Senza spasmi, con le guance che diventano calde ed il mio fiato corto.
Godo e Ti ringrazio.
E non saprai mai che, anche se a distanza di anni, ciò che ho dato a Te non è mai stato di nessun altro.