Domenica

Ultimo giorno di ferie, domani si torna a lavoro.
Più riposata e più rilassata.

Più convinta di voler riprendere in mano la parte di me che si è assopita.
Secondo me è pronta a varcare il confine.
Il problema è capire a chi far varcare quel confine.
Confine sottile, flessibile ma resistente.

“E sono in bilico
Fra impazzire, morire, perché lo so che finirò
Con un vento fortissimo, potrei scappare o restare
Io cederò, io cederò
Sotto il freddo dall’alba al tramonto
E poi finisco a contare, a contare, a contare per te”.

Questo spezzone di canzone rende perfettamente ciò che sento in questo momento.

Non so ancora chi sia l’antagonista, ma dovrebbe risuonare con le stesse mie vibrazioni.

Piccoli gesti, comandi, sguardi, pensieri.

Piccole attenzioni, idee, parole.

La pelle dovrebbe parlare, dovrebbe aver voglia di toccarsi, sfiorarsi, leccarsi.

Gli occhi dovrebbero ardere di desiderio ed i corpi dovrebbero restare immobili.

Il respiro dovrebbe essere leggero e profondo, lento e costante.

Le labbra e le dita dovrebbero poter tradire l’emozione.

Un leggero morso al labbro inferiore, magari con un rossetto rosso intenso.

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