Ricordi e pensieri

Ho tirato fuori “quel” quaderno.
Quello che usavo l’anno scorso, per annotare pensieri, perversioni, emozioni, attimi.
Non voglio più buttarlo via. Lo sto leggendo pian piano.

La pelle parla ancora. Ma non brava le sue attenzioni.
La testa corre ancora. Ma non sta male, è serena.

Respiro profondamente, quasi a voler mandar via, quelle poche briciole che mi sono rimaste del suo pensiero.

Sto bene.

9 Agosto 2021
Questa mattina sono in ferie e sto dedicando tempo a me stessa. Ho consegnato la domanda per la stabilizzazione, ma non credo che la accetteranno (non ho ancora i requisiti).
Sorrido come una scema mentre tengo tra le mani un nastro di seta rosa; nastro che mi farà fare una pessima figura.
Mi hai fatto correggere un tuo racconto. Sai perfettamente che io sono negata in questo. Praticamente ho fatto un bel casino. 🙂 Ma non tanto per non aver saputo correggere il testo, ma perchè (come al mio solito) ho fatto “l’impertinente” (come ami definirmi) e mi sono subita una “penitenza”.
Non mi lamento della penitenza, sarà divertente farla!! (Si certo!!! Mannaggia a me!!!) Dovrò fare una sorta di balletto, di circa 25 secondi, nei quali interpreterò Minou degli Aristogatti, con indosso il nastro rosa sia al collo sia nei capelli. Si potrà sprofondare? Ovviamente registrato ed inviato a te.
Questa penitenza mi diverte, mi stressa, mi emoziona, mi eccita, mi fa vergognare…..”

11 Agosto 2021
Sono arrivata a casa ed ho trovato il pacchetto, completamente anonimo, di cartone pesante e chiuso con un nastro da pacchi molto strano, fatto con dei fili di cotone intrecciati. Ho ordinato il contenuto del pacchetto domenica, mentre ero da mia suocera, seduta sul divano. Fantasticavo di ripossedere delle palline vaginali. Anni fa, le possedevo rosse. Credo che sia stato il primo giochino che ho acquistato. Con il tempo ne ho acquistati molti altri.
Avevo il desiderio di riaverle, di ricomprarle, di indossarle, di sentirle muoversi dentro. Voglia amplificata anche da ciò che ci diciamo e dal semplicissimo fatto di voler essere “me”.
Ma non l’ho reso partecipe di questo acquisto. Non ho fatto i conti con la parte “razionale”, che mi ha riportata con i piedi per terra, facendomi capire che avrei dovuto chiedere il permesso. Mi sono chiesta se fosse quello ciò di cui avevo bisogno e mi sono risposta di “si”. Ci ho riflettuto abbastanza, ed ho capito che quello che sto vivendo è ciò che vorrei. Mi sembra di tornare indietro di decenni e di essere, però, maggiormente consapevole di ciò che sono, di ciò che voglio e di ciò che desidero.
“Posso avere il permesso di poter indossare le palline per andare a fare la spesa..?!”
Mi piacerebbe indossarle, come si fa per un vestito, sentirle muoversi, provocarmi brividi e sentirne le vibrazioni che percorrono tutto il corpo. Non some reagirò, ma sono sicura che sarà meraviglioso..” Ho letto queste parole ad alta voce, mentre ti inviavo un messaggio vocale. Emozionata, meravigliota, vogliosa di sentire ciò che ho sentito. Mi hai dato, in seguito, il permesso per poterle indossare per fare la spesa. Mi hai chiesto di indossare la camicetta azzurra, nuova e poi “siamo” andati a fare la spesa. Sono entrata in quel supermercato, con le cuffie alle orecchie e la musica e con l’idea ben chiara di comprare velocemente ed andare via. Invece si è rivelata essere una “spesa degna di nota”.
Leggevo le tue domande sul cell, alle quali avrei dovuto rispondere solo ed esclusivamente tramite vocali. Certo! In mezzo alla gente! Sorridevo ad ogni passo. Sorridevo mentre portavo il microfono vicino alle labbra, celata dalla mascherina. Sorridevo perchè sentivo la vibrazione delle palline. E poi dirti quella frase – la numero 3 – nel parcheggio, recitarla emozionata al telefono. Lo rifarei altre mille volte. Arrivata a casa, ti ho aspettato, mi hai chiamata, abbiamo fatto le scale insieme, parlando di come era stato e di come stavo. Mi sono spogliata di jeans e slip, ho tolto le palline e le ho succhiate al telefono con te.”

Come dire.. mi mancano quelle sensazioni e quelle emozioni. E’ vero.
Ma non si vive nel passato. Ho deciso che scriverò quei periodi qua sul blog, perchè me lo devo, perchè è un modo per esorcizzare le emozioni e perchè mi fa star bene scrivere.

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